È da Sanremo del 2006 che Giorgio Panariello manca dagli schermi televisivi, da quando fu attaccato su tutti i fronti per il suo Festival poco memorabile. Il comico ha recentemente dichiarato che il suo esilio dalla tv non è forzato, ma volontario: In Rai il problema è che non sai con chi parlare, mancano gli interlocutori. E noi artisti siamo come i bambini: abbiamo bisogno di essere un po’ coccolati, di sentirci parte della famiglia. In Rai per anni è stato così, adesso non più. E non vado in tv, così tanto per farla. Avrei il conto in banca quattro volte più sostanzioso se avessi accettato di andarci a tutti i costi, facendo Affari tuoi o Scherzi a parte. D’altra parte, c’è chi vuole passare alla cassa e chi alla Storia. Io voglio durare. Voglio rispettare i miei sogni e anche il pubblico.
Il conduttore ha anche ammesso di aver sbagliato ad accettare la conduzione del Festival della canzone italiana: Sanremo non dovevo condurlo ma interromperlo come comico. Detto questo, sono stato un pazzo che si è messo al servizio delle canzoni. Non ho preso in giro i cantanti come ha fatto Chiambretti che mi ha massacrato. E ho anticipato i tempi: ho tolto i fiori, ho puntato sull’eccellenza italiana, ho provato ad adeguarmi allo stile Mtv, non a quello della tv bulgara.
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