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Ora l’appello è obbligatorio: che fine farà il Mago Zurlì? Come possono toglierci l’emozione di vedere l’uomo che per cinquant’anni ha incarnato il concetto del “ridicolo” nel suo DNA? Che nonostante la veneranda età non si tirava indietro nel vestirsi da principe azzurro con annesso catetere e tanto di tripodi ad entrambi le braccia? Vogliamo poi non parlare del protagonista per eccellenza dello Zecchino d’oro, quel Topo Gigio che pur di insegnarci come non prendere l’influenza suina sta facendo andare in cancrena, a forza di strofinarsi con l’Amuchina, le sue mani. Ci opponiamo! Non vogliamo vedere Topo Gigio ridiventare un comune topo italiano, che magari vive tra i cassonetti dei rifiuti dell’umido, che magari bivacca nelle reti fognarie o, ancora, che si fa il bagno nei minestroni delle mense scolastiche. Salviamo lo Zecchino!